BEATA VERGINE MARIA
E' stata la cappella della Tonnara di Calasapone che, fino a quando era in funzione, si trovava in territorio di Calasetta. Lo stabilimento per la pesca del tonno, attività un tempo fiorente e molto importante per l'economia delle coste sulcitane, venne realizzato nella seconda metà del Settecento, grazie all'iniziativa nel 1772 da parte del capitano Porcile ed al progetto dell'anno seguente, di Giacomo Massa. Nel Cabreo delle Baronie della diocesi sulcitana, compilato da Giuseppe Maina nel 1794, vi è anche la carta dell'Isola di Sant'Antioco ed in Cala Sapone, sono segnalate la "Chiesa e Pallazzo del Sig.r Conte di Sant'Antioco" Forse ci si era illusi, che la costruzione delle torri costiere di Calasetta nel 1756, e di Sant'Antioco (Torre Canai) nel 1757, avrebbero rappresentato un deterrente all'attività piratesca dei Saraceni.
Purtroppo questa tonnara ebbe vita breve, proprio perché le incursioni continuarono ed essendo queste un vero flagello, venne abbandonata nel 1825. Lo storico Angius, su incarico dell'abate Casalis, alla metà dell'Ottocento scriveva: "Nell'anno 1813 i tonnarotti di Calasapone corsero gran rischio di esser sorpresi e portati via nell'Africa. Addì 6 giugno da una squadra tripolina si mandavano in terra circa 200 uomini armati, i quali speravano cader improvvisi sopra i tre o quattrocento uomini che operavano nella pesca. Se ne avvidero però i miliziani, e non badando a quel numero decuplo della loro compagnia, andarono incontro ai barbari... vedendo i barbari l'indiscussa virtù dei difensori ... si allontanarono". Certamente i tonnarotti, ringraziarono oltre che i valorosi difensori, anche la loro protettrice, il cui simulacro era presente nella cappella dello stabilimento. Angius però, non accenna a questa chiesetta, che nel periodo della sua relazione doveva essere già in fase di decadimento, spogliata degli arredi e forse anche delle parti in legno e delle tegole, come era uso procedere per recuperare il materiale degli edifici non più in attività, secondo le disposizioni vescovili.
In seguito alla chiusura della tonnara, la Comunità di Calasetta chiese all'Ordine Mauriziano, deputato all'amministrazione del territorio, il permesso di trasferire il simulacro della Vergine, nella chiesa parrocchiale di San Maurizio. La richiesta, che dovrebbe risalire al 1832, arriva a conclusione dopo alcuni anni e la relativa documentazione si trova presso l'Archivio Mauriziano di Torino. Assieme alla statua furono asportati gli arredi marmorei, che andarono ad abbellire la parrocchiale del centro tabarkino. Il simulacro in legno, che fino a poco tempo fa era piuttosto malridotto e privo della mano sinistra, è stato accuratamente restaurato. Venerato come la Madonna della Misericordia, rappresenta la Vergine incoronata, alla cui destra è presente un pellegrino inginocchiato che le si rivolge con le mani congiunte; si trova in una nicchia a sinistra rispetto all'ingresso della parrocchiale, dove invece non ci sono più tracce dei suddetti arredi marmorei
Scheda a cura di Giampaolo Bardi, appassionato di storia e archeologia preistorica della Sardegna
TROVI LA SCHEDA COMPLETA NELLA GUIDA ALLE CHIESE CAMPESTRI DEL SULCIS-IGLESIENTE - ordinala qui
Come si raggiunge
La tonnara si trovava in territorio di Calasetta ed in seguito all'abbandono, il confine del Comune di Sant'Antioco venne spostato più a nord, sino al rio Calalunga, che dà anche il nome ad una bellissima cala che ricorda un po' i fiordi nordici. Cala Sapone si trova sulla costa ovest dell'Isola sulcitana e dista 13 km da Sant'Antioco, percorrendo la strada provinciale in direzione sud sino alla località Fontana Canai, quindi proseguendo in direzione ovest come indicato da apposita segnaletica
Purtroppo questa tonnara ebbe vita breve, proprio perché le incursioni continuarono ed essendo queste un vero flagello, venne abbandonata nel 1825. Lo storico Angius, su incarico dell'abate Casalis, alla metà dell'Ottocento scriveva: "Nell'anno 1813 i tonnarotti di Calasapone corsero gran rischio di esser sorpresi e portati via nell'Africa. Addì 6 giugno da una squadra tripolina si mandavano in terra circa 200 uomini armati, i quali speravano cader improvvisi sopra i tre o quattrocento uomini che operavano nella pesca. Se ne avvidero però i miliziani, e non badando a quel numero decuplo della loro compagnia, andarono incontro ai barbari... vedendo i barbari l'indiscussa virtù dei difensori ... si allontanarono". Certamente i tonnarotti, ringraziarono oltre che i valorosi difensori, anche la loro protettrice, il cui simulacro era presente nella cappella dello stabilimento. Angius però, non accenna a questa chiesetta, che nel periodo della sua relazione doveva essere già in fase di decadimento, spogliata degli arredi e forse anche delle parti in legno e delle tegole, come era uso procedere per recuperare il materiale degli edifici non più in attività, secondo le disposizioni vescovili.
In seguito alla chiusura della tonnara, la Comunità di Calasetta chiese all'Ordine Mauriziano, deputato all'amministrazione del territorio, il permesso di trasferire il simulacro della Vergine, nella chiesa parrocchiale di San Maurizio. La richiesta, che dovrebbe risalire al 1832, arriva a conclusione dopo alcuni anni e la relativa documentazione si trova presso l'Archivio Mauriziano di Torino. Assieme alla statua furono asportati gli arredi marmorei, che andarono ad abbellire la parrocchiale del centro tabarkino. Il simulacro in legno, che fino a poco tempo fa era piuttosto malridotto e privo della mano sinistra, è stato accuratamente restaurato. Venerato come la Madonna della Misericordia, rappresenta la Vergine incoronata, alla cui destra è presente un pellegrino inginocchiato che le si rivolge con le mani congiunte; si trova in una nicchia a sinistra rispetto all'ingresso della parrocchiale, dove invece non ci sono più tracce dei suddetti arredi marmorei
Scheda a cura di Giampaolo Bardi, appassionato di storia e archeologia preistorica della Sardegna
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Come si raggiunge
La tonnara si trovava in territorio di Calasetta ed in seguito all'abbandono, il confine del Comune di Sant'Antioco venne spostato più a nord, sino al rio Calalunga, che dà anche il nome ad una bellissima cala che ricorda un po' i fiordi nordici. Cala Sapone si trova sulla costa ovest dell'Isola sulcitana e dista 13 km da Sant'Antioco, percorrendo la strada provinciale in direzione sud sino alla località Fontana Canai, quindi proseguendo in direzione ovest come indicato da apposita segnaletica